Compagnia Décalé

Così ci definiscono nei dizionari:

1. Di una persona, un comportamento che, in un determinato contesto, non è più in linea con la realtà
2. inaspettato, diverso da quello che ci si aspettava
3. desincronizzati nel tempo, fuori fase

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I promo dei nostri spettacoli


La Locandiera - Esprit de pomme de Terre
Vince il Festival internazionale di regia Fantasio

Video promo


LE NOSTRE PRODUZIONI


La Locandiera - Esprit de pomme de terre

In coproduzione con

TeatroE – Compagnia dell’Arpa – Ass. Allunaggio e Compagnia Décalé

La locandiera - Esprit de pomme de terre

Spettacolo vincitore del premio internazionale di regia “Fantasio” 2017

Liberamente ispirato a La Locandiera di Carlo Goldoni

Testo e Regia

Andrea Saitta

con

Dario Battaglia

Ivan Graziano

Ronerta Lionetti

Norman Quaglierini

Scene e Costumi

Alessandra Bruno

Ricerca musicale

Andrea Saitta

Luci

Nicola Pfeifer

 

Sinossi e note di Regia

“La locandiera – Esprit de pomme de terre”, scritto e diretto da Andrea Saitta, è un libero adattamento della commedia di Carlo Goldoni.

Il lavoro si concentra soprattutto su due aspetti: il passaggio dalla Commedia dell’Arte al Dramma Borghese, che Goldoni inizia proprio con la Locandiera, e di conseguenza la scoperta della psicologia dei personaggi che non sono più legati all’improvvisazione e allo stereotipo delle maschere, bensì al percorso emotivo segnato da un testo stabilito.

L’obiettivo è quello di rappresentare “La Locandiera” partendo dal corpo inserendo il mimo, la danza e il clown teatrale. Lo spettacolo, infatti, si sviluppa in una serie di scene, dal ritmo molto serrato e dalla linea comica che, con precisione matematica, rapisce lo spettatore portandolo all’interno di un mondo fatto di silenzi, sguardi e risate.

Il Marchese nel primo atto di questo libero adattamento dichiara, ridendo: “Una Mirandolina muta! Ma non oserebbe tanto neanche il più spettinato dei capocomici in teatro”! Tuttavia, la chiave di lettura del regista è proprio lì: Mirandolina infatti, senza dire una parola, conserva ugualmente quelle caratteristiche per le quali questo personaggio è passato alla storia, vale a dire la sua forza e l’indipendenza tipica di una donna moderna. Nonostante ciò, resta immutata invece la trama del capolavoro di Goldoni, nel tentativo di far rinascere un grande classico italiano rivisitato in chiave contemporanea.

Lo spettacolo si apre con la presentazione danzata e mimata dei vari personaggi: il regista ha voluto dare la possibilità allo spettatore di confrontare cosa questi erano nei canovacci della Commedia dell’Arte e cosa sono diventati nella commedia di Goldoni; quindi Fabrizio era uno Zanni (Arlecchino nella nostra immaginazione), Mirandolina era Colombina, Conte e Cavaliere erano due Capitani e il Marchese era Pantalone.

Successivamente, come sappiamo, tutti iniziano a corteggiare Mirandolina cercando in qualunque maniera di prevalere sugli altri.
Grazie ai costumi di Alessandra Bruno, tutti i personaggi, durante la sviluppo dello spettacolo, subiscono diverse trasformazioni. Nel tentativo di atteggiarsi prevaricando gli altri, i nobili diventano dei galli che lottano tra di loro per la mano di Mirandolina, mentre lei, per far innamorare il Cavaliere, si trasforma in un pavone e finge di svenire per farsi soccorrere.

Succedendosi le scene, cambiano i codici di rappresentazione.
Nella scena di Dejanira e Ortensia, ad esempio, il regista ha tradotto su piani d’ascolto orizzontali – con quattro attori – il dialogo che nel testo originale avviene nella locanda, tra sette personaggi. In tal modo, i doppi personaggi Marchese/Dejanira, Conte/Ortensia, Fabrizio/Cavaliere, rendono la scena un lungo dialogo comico pieno di gag e inciampi costruiti ad arte.
Nel finale, dopo una rocambolesca lotta tra il Conte e il Cavaliere, Mirandolina entra con un vestito da sposa, pronta a sposare Fabrizio, ma quando lui va per prenderle la mano, lei sfugge nuovamente. Il vestito da sposa infine, diventa il cappello di una grande maschera della Commedia, creata con i corpi degli attori che, a poco a poco, si sgretola a simboleggiare la caduta della Commedia dell’Arte con l’arrivo del Dramma Borghese.

Rêver

In coproduzione con

Teatro Libero Palermo – Ass. Allunaggio e Compagnia Décalé

Debutto internazionale 16/17/18 dicembre 2021

Teatro Libero di Palermo

Rêver

Spettacolo vincitore della menzione speciale come miglior performance al Fisico Festival 2022 di Alba

Spettacolo selezionato per il bando

“Per un teatro necessario 2020”

del Teatro Libero di Palermo

Regia

Andrea Saitta

Di e con

Giorgio Cannata

Noemi Quattrocchi

Andrea Saitta

Scena costumi e bestiario

Alessandra Bruno

Ricerca musicale

Andrea Saitta

Luci

 Fiorenza Dado

 

Sinossi e note di Regia

Genere: Nuovo circo, mimo, trasformismo, acro danza

Tematiche: Sogno, paure.

“Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli”
H. Hesse

Quanto un sogno può essere reale? E quanto invece la realtà può avvicinarsi a un sogno?
Rêver indaga questo sottile confine che c’è tra il concreto e l’onirico, uno spettacolo metafisico che conduce lo spettatore in mondo surreale dove tutto può accadere.
Tre sono i personaggi che fin dalla prima scena ci mostrano la loro condizione di “dormienti”, come se vivessero in una fase Rem perenne che li porta ad affrontare le loro paure, le loro insicurezze e che mette in mostra la loro fragilità.
Grazie al mimo, l’acrobatica e il lavoro sul clown teatrale, pieno di silenzi e di sguardi, Rêver, non ha bisogno di parole e diventa fin da subito comprensibile a tutti, l’unione di queste discipline e la diversità di formazione dei tre protagonisti lo rende comico a tratti ma con picchi poetici e grotteschi.
Tutto inizia con una danza, i protagonisti sembrano dormire, si lasciano andare sicuri ai loro sogni coscienti che nulla potrà danneggiarli spalleggiandosi a vicenda e sostenendosi. Li ritroviamo dentro un lettone verticale, alla ricerca della posizione ideale per iniziare il viaggio verso il mondo dell’immaginario.
Da li in poi è un susseguirsi di sogni nei sogni, tra situazioni metafisiche e gag, un percorso che affronteranno ora insieme ora singolarmente.
Grazie ai costumi, animali insoliti sul filo del surrealismo prenderanno vita sul palco, trasformismo e mimo aiuteranno lo spettatore ad entrare in questo sogno ad occhi aperti.

Rêver

Una coproduzione con

Associazione Allunaggio – Compagnia Décalé – Clown Zazu

L'Inventore di storie

Compagnia Décalé e Clown Zazu

presentano

L’inventore di Storie

regia

Andrea Saitta

di e con

Giovanni Ruffino

Scene

Roberta Lo Monaco

musiche

Virginia Maiorana

Sinossi e note di Regia

Genere: Teatro di narrazione, clown, mimo, marionette, teatro musicale; Tematiche: Educazione, pregiudizi, bullismo, sostenibilità ambientale, creatività e immaginazione.

“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore.”

G. Rodari

L’Inventore di storie è un clown sognatore che ama viaggiare, conoscere e soprattutto raccontare. La prima scena apre una finestra sulla quotidianità di un clochard che, nonostante il suo vagabondare in condizioni precarie, non perde l’ottimismo che lo caratterizza e riesce a stupirsi di tutto ciò che lo circonda. Sarà l’incontro con il pubblico a dare l’avvio ad una serie di racconti che affronteranno svariate problematiche. In particolare, screditando il futile ed il superfluo della società consumistica, si imbatterà in tematiche educative quali il superamento dei pregiudizi, la sostenibilità ambientale, il bullismo e lo sviluppo della propria fantasia.
Inoltre, tutte le storie saranno raccontate con tecniche teatrali differenti, ma accomunate da un unico filo conduttore: la rima.
Uno spettacolo pensato per i più piccoli in cui teatro di narrazione, clown, magia, marionette e musica si uniscono in un viaggio d’ispirazione Rodariana.